Quando ho finito Hotline Miami non ho mai pensato che potesse esitere un videogioco così estremo.
Il lavoro di Dennaton Games non è estremo solo per la violenza a schermo,invero molto forte e disturbante,ma per una serie di motivi ludici e non.
In poche parole Hotline Miami è un pamphlet sul ruolo della violenza nel medium videoludico e su quanto il videogiocatore sia disposto a pagare pur di sbudellare impunemente nemici:sono ricorrenti domande(esplicite e non)poste al videogiocatore del calibro di:”Ma davvero ti piace il sangue?”,”Ma davvero uccidere ti galvanizza,ti soddisfa?”:tutto ciò non solo quindi a livello di domande esplicitate nel gioco,quindi,ma anche a livello implicito,si diceva,come il fatto che,dopo ogni bagno di sangue,si è costretti a ripercorrere il livello appena concluso al contrario,per far capire al videogiocatore quale furia cieca si sia sprigionata dai controlli premuti durante il massacro appena concluso(cosa che il giocatore,in preda all’enthousiasmòs della battaglia,non è riuscito a comprendere)o il fatto che tra una mattanza e l’altra il nostro alter ego dovrà fare le cose più tranquille e normali del mondo,come noleggiare un film,comprarsi una pizza,salvo poi far uscire la bestia che c’è all’ interno della sua mente tormentata da incubi,molto probabilmente causati da sostanze stupefacenti,manco fosse un novello Ryan Gosling in Drive.
Già,la bestia che è in noi è di solito un essere pericoloso,magari con la faccia da maiale,magari con la faccia di un cavallo,magari di un gallo o di una tigre e magari questi animali antropomorfi ti guardano e ridono,con quel ghigno che cola sangue,in un sorriso macabro e pieno di morte,e all’interno dei loro occhi vuoti e neri ti nascondono la verità:ehy tu,sì,parlo con te che sei davanti al monitor,sei sicuro di essere sano di mente?
E magari queste bestie sono l’estrinsecazione della malvagità,dell’attitudine al male e dell’attitudine all’uccisione,che ci costringe a intrufolarci in appartamenti,stanze d’albergo,case o altri edifici ripieni zeppi di malviventi e di iniziare a ucciderli brutalmente,un giorno decidendo di essere una tigre,un giorno un gufo e poi di nuovo una tigre e un’altra volta un elefante,portando a termine una vendetta per una questione che neanche ci riguarda:qualcosa di veramente profondo e che cerca,a suo modo,di farci espiare dei peccati che non siamo riusciti a perdonarci e figuriamoci se poi ci riesce Dio a perdonarci per peccati che non riusciamo neppure noi stessi a perdonarci.
Ebbene,Hotline Miami non è un videogioco che tratta una storia di malavita e di violenza insostenibile,come ce ne sono a migliaia,ma è LA violenza,è IL martirio,tanto delle nostre vittime,costrette a strisciare e a cercare riparo da un assassino senza coscienza e ripieno di rabbia,che decide di rompergli l’osso del collo con un colpo di barra spaziatrice,quanto del videogiocatore,che deve cercare la giusta lucidità nella follia del gameplay viscerale e istintivo,fino a quando,a suon di morti e reincarnazioni,riuscirà a vincere le resistenze nemiche,aggirare i felloni e massacrarli a fucilate,con botte,con legnate e con qualsiasi arma,di fortuna e non.
Eppure tutto ciò ha un limite nella longevità:come tutte le cose nel capolavoro di Dennaton,anche il gioco stesso è costretto a morire,dopo una stringatissima durata di 6 ore:non poteva durare di più un “essere” con una vita così estrema come Hotline Miami,che è una discesa nel Maelström,previo essersi sparato una dose di speedball,in un’atmosfera che sa di musica techno e danze psichedeliche.
Nulla sarà mai più come prima,dopo questo capolavoro,neanche il mondo dei videogiochi e neanche voi stessi,che vi guarderete le mani sporche di sangue e getterete a terra il mouse che vi è servito per uccidere e vi porterete le mani in faccia pensando:”Oh mio dio,che cosa ho fatto…”
VOTO:9
P.S:ora mi trovo in galera e mi faranno a breve la perizia psichiatrica e nel frattempo mi è stata data la possibilità di scrivere per un breve periodo su internet e allora,come di consueto,rimando a un filmato di Hotline Miami,che pone interrogativi molto più profondi e più inquietanti di un Manhunt qualsiasi,dimostrandosi più estremo e più duttile come gameplay,facendo arrossire i politici ospiti di Barbara D’Urso o Klaus Davi
http://www.youtube.com/watch?v=foJ50bA0R6g
P.P.S.:quasi dimenticavo(il mio delirio bipolare mi fa dimenticare le cose):cazzo,che colonna sonora,quasi meglio di un pompino!
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